Data
- 02 Gen 2022
- Evento passato
Dove
“Un museo viaggiante unico e affascinante”
(Enzo Ferrari sulla rievocazione della Mille Miglia).
Poco al di fuori del centro storico di Brescia, all’interno dell’ormai millenario monastero di Sant’Eufemia della Fonte, è allestito uno dei musei più affascinanti della città, il museo della Mille Miglia.
Una volta varcato l’ingresso della storica struttura, l’aprirsi davanti agli occhi della lunga teoria di automobili d’epoca è già di per sé una notevole esperienza. È l’impatto che provoca l’accostamento, molto ben riuscito, tra due realtà che storicamente non hanno nulla a che fare l’una con l’altra.
Costruito nel 1008 ai piedi del colle Maddalena ed affidato alle cure dei monaci benedettini, il monastero era collocato fuori dalle mura difensive ad est di Brescia lungo la strada che collegava Milano a Venezia. In quel tratto dell’importante asse viario che oggi si chiama viale Venezia, molti secoli dopo verrà collocata la postazione di partenza della Mille Miglia e ancora permane.
A sottolineare la grande passione motoristica dei bresciani ci pensa un vecchio motto, forse non molto elegante ma di certo efficace, che sostiene che nelle vene degli abitanti di questo territorio scorra benzina al posto del sangue.
Risale infatti addirittura al marzo del 1899 la prima competizione automobilistica svoltasi nella provincia di Brescia ed è nel 1927 che in viale Venezia si sentirà il rombo dei motori della prima edizione della Mille Miglia, gara che un giornalista americano avrebbe poi definito la “Corsa più bella del mondo”.
Il suo nome deriva dalla lunghezza del tragitto, circa 1600 chilometri da precorrere per raggiungere Roma e fare ritorno dopo attraversato tante città e borghi tra i più belli al mondo.
La Mille Miglia, sempre più popolare, costituì per trent’anni un appuntamento immancabile per gli appassionati delle corse su strada. Durante la settimana della gara la città si colorava, si riempiva di bandiere, di striscioni e di tantissimi spettatori che dai lati delle vie del centro storico si protendevano verso le meravigliose e tonanti automobili. Piazza della Vittoria, la piazza della punzonatura, rimodellata da transenne in legno e ombrelloni divenne indirettamente una tra le piazze italiane più fotografate dell’epoca.
Il museo racconta tanto di questo evento sportivo ma anche della storia di quell’Italia, restituendoci uno spaccato della cultura e del costume nazionale degli anni dal 1927 al 1957, gli anni della “Mille Miglia storica”.
Sul pavimento una striscia rossa continua, che richiama il colore dei cartelli direzionali della gara, ci accompagna lungo tutto il percorso museale. E’ la famosa Freccia rossa.
Locandine, fotografie, articoli di giornale ma anche porzioni di fondo stradale, distributori di benzina e la ricostruzione di un’officina meccanica fanno da corollario alle automobili, veri e propri gioielli di meccanica e di stile di cui si può bene intendere l’evoluzione nel design e nelle forme sempre più performanti.
Il museo racconta anche di imprese leggendarie, da quelle compiute durante le prime gare, che si disputavano su strade non sempre illuminate e con il fondo in terra battuta, a quelle del secondo dopoguerra, quando le strade e i ponti erano ancora da ricostruire e la benzina e gli pneumatici erano razionati.
E ci racconta storie di “eroi”, di strateghi della gara a volte così competitivi da non disdegnare, pur di vincere, astuzie che oggi sarebbero considerate oltre ogni limite accettabile, come Tazio Nuvolari, leggendario pilota dell’Alfa Romeo che si mostrò tanto sprezzante del pericolo da arrivare a commuovere D’Annunzio, il più convinto cantore dei temerari della velocità come manifestazioni di semidivinità.
Dopo un’interruzione durata più di vent’anni, dal 1982 la Mille Miglia rivive sotto forma di gara di regolarità a tappe.
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